L’Italia guarda con crescente interesse a Starlink, il sistema di satelliti di SpaceX che promette di rivoluzionare l’accesso a internet nelle zone più remote, non escluderebbe il Paese dalla partecipazione al progetto europeo Iris2.

Un’apertura significativa è arrivata dall’Unione Europea la settima scorsa, che ha chiarito come ogni paese sovrano potrà decidere per se per il settore delle comunicazioni. Questa flessibilità è stata confermata da un portavoce della Commissione, sottolineando che, pur esistendo un regolamento europeo per Iris², gli Stati membri mantengono una discrezionalità significativa nelle loro scelte strategiche. L’entusiasmo per questa prospettiva è stato espresso dallo stesso Musk, che in risposta a un tweet di Matteo Salvini si è detto certo del successo di una simile partnership e ha anticipato un possibile interesse da parte di altri Paesi europei.

Il progetto Iris² europeo punta a lanciare 290 satelliti entro il 2030, con la collaborazione di importanti aziende come Eutelsat, Ses, Hispasat, Deutsche Telekom, Telespazio e Airbus. La decisione dell’Italia di valutare una collaborazione con Starlink si inserisce in un contesto competitivo dove la costellazione di SpaceX ha già acquisito un considerevole vantaggio, con oltre 6.400 satelliti già attivi. Questa disparità potrebbe influenzare le scelte degli Stati membri, che saranno chiamati a bilanciare le esigenze di sovranità digitale con le necessità immediate dei propri cittadini.

La differenza tra le dimensioni delle due costellazioni, con Starlink che vanta migliaia di satelliti già in orbita e Iris² che ne prevede solo poche centinaia entro il 2030, si traduce in una evidente disparità in termini di costi e tempi di realizzazione. L’infrastruttura già esistente di SpaceX, supportata dai potenti razzi Falcon9, consente all’azienda statunitense di offrire un servizio più economico e veloce. Al contrario, il progetto europeo, sebbene ambizioso, si trova ancora in una fase embrionale e potrebbe richiedere ulteriori investimenti e tempo per raggiungere la piena operatività.

L’Italia, con la sua partecipazione al consorzio Ariane6, ha già investito ingenti somme in un progetto che, nonostante i ritardi, potrebbe non garantire all’Europa una piena autonomia nel settore spaziale. Come ha sottolineato Andrea Stroppa, referente italiano di SpaceX, l’Italia ha una quota minoritaria nel consorzio e ha poca influenza sulle decisioni. Di fronte a questa situazione, una collaborazione con SpaceX potrebbe offrire all’Italia una maggiore flessibilità e una riduzione della dipendenza da attori esterni.

Ma affidarsi esclusivamente a un fornitore straniero come SpaceX per un servizio strategico come l’accesso a internet espone l’Italia a rischi di dipendenza tecnologica e potrebbe compromettere gli investimenti del PNRR destinati alla digitalizzazione del Paese. Sebbene le tecnologie satellitari offrano soluzioni innovative, la scelta di un’unica infrastruttura potrebbe limitare lo sviluppo di alternative più integrate nel tessuto produttivo nazionale, come la diffusione della fibra ottica. Questa scelta, infatti, potrebbe rallentare la realizzazione degli obiettivi del PNRR e rendere l’Italia più vulnerabile a eventuali interruzioni del servizio o a variazioni delle politiche commerciali del fornitore straniero.

“ll prodotto costa poco perché c’è un’autostrada vuota da riempire”, afferma un ex top manager italiano del settore tlc, che continua “tutte le tecnologie sono neutre: il satellite su una barca o sulla cima di una montagna è una cosa fantastica, il satellite a Milano non serve”.

Ragionamento non troppo diverso da quello dell’avvocato Cesare San Mauro, secondo cui l’Europa, e in particolare l’Italia “è piuttosto indietro nel campo e oggi la metodologia più efficace e più efficiente per le comunicazioni sarebbe quella di Starlink. Che non avvenga una trattativa privata. Musk ha le tecnologie e le metodologie per offrire un prezzo più basso”. Il problema, conclude, è che l’Europa “non ha avuto una visione tecnologica che l’abbia messa nelle condizioni oggi di essere pronta con un’alternativa nel momento in cui Starlink ha creato un monopolio naturale”.

Le decisioni che verranno prese in merito alla collaborazione con SpaceX avranno un impatto significativo sul futuro delle telecomunicazioni in Italia e in Europa. Sarà fondamentale valutare attentamente i pro e i contro di ciascuna opzione, tenendo conto non solo degli aspetti economici e tecnologici, ma anche delle implicazioni geopolitiche e sociali. La scelta di affidarsi a un unico fornitore potrebbe offrire vantaggi a breve termine, ma potrebbe comportare rischi a lungo termine. È necessario, quindi, che i decisori politici adottino una visione strategica di lungo periodo e che investano in modo sostenibile nello sviluppo delle infrastrutture digitali del Paese.