Dodici bambini sono stati tragicamente uccisi mentre giocavano a calcio in un’area a maggioranza drusa, un evento che ha scosso profondamente la comunità locale e ha sollevato interrogativi sulla responsabilità di Hezbollah e sulla reazione di Israele. Il governo libanese ha dichiarato alla BBC che l’attacco non era premeditato, mentre la strage ha complicato ulteriormente i negoziati per una tregua a Gaza, in corso a Roma. La violenza, che ha colpito innocenti, segna un punto critico in un conflitto già teso e complesso.
A dieci mesi dall’inizio della devastante guerra nella Striscia di Gaza, centinaia di persone hanno partecipato ai funerali dei dodici ragazzi, uccisi mentre giocavano a calcio nel villaggio di Majdal Shams, situato nelle alture siriane del Golan. La comunità drusa, composta da uomini e donne in abiti tradizionali e copricapi bianchi a forma di cono tarbūsh, si è unita nel dolore per la perdita dei propri figli. La reazione di Israele è stata immediata e violenta, con il primo ministro Benjamin Netanyahu che ha interrotto il suo viaggio negli Stati Uniti per partecipare a una riunione d’emergenza del gabinetto di sicurezza.Israele e gli Stati Uniti hanno puntato il dito contro Hezbollah, accusandolo di essere responsabile dell’attacco, ma Teheran ha prontamente negato ogni coinvolgimento. Il portavoce del ministero degli esteri iraniano, Nasser Kanani, ha avvertito che la tragedia non dovrebbe servire da pretesto per una rappresaglia israeliana. La tragedia ha avuto luogo in un contesto di tensione crescente, con Israele che ha identificato un razzo di fabbricazione iraniana come l’arma utilizzata nell’attacco.
Il governo libanese ha espresso scetticismo riguardo all’intenzionalità dell’attacco, suggerendo che potrebbe essere stato causato da un errore, e ha chiesto un’indagine internazionale per chiarire le circostanze. La morte dei dodici bambini ha sollevato interrogativi sulle motivazioni dietro l’attacco e ha lasciato la comunità drusa in uno stato di confusione e dolore.
Mentre il governo israeliano ha visitato i leader locali per esprimere le proprie condoglianze, il ministro della difesa Yoav Gallant ha dichiarato che Hezbollah, sostenuto dall’Iran, dovrà affrontare le conseguenze di questa tragedia. Il ministro degli esteri Eli Cohen ha minacciato azioni significative contro il Libano, esprimendo indignazione per l’attacco ai bambini. La tragedia ha anche avuto ripercussioni sui negoziati in corso a Roma, con esperti che esprimono pessimismo riguardo alla loro riuscita, complicati dalle tensioni in corso.
I Drusi: chi sono?
L’etnia drusa, le cui radici risalgono all’XI secolo, è una comunità unica che parla arabo ma non si identifica come musulmana. I Drusi, che prendono il nome dall’egiziano al-Darazi, fondatore di una dottrina ismailita sciita, seguono un credo che si discosta dai cinque pilastri dell’Islam, adottando invece sette precetti fondamentali. La loro fede è caratterizzata da influenze di induismo, cristianesimo, cultura greca classica e altre credenze esoteriche.
Circa un milione di Drusi vive in Siria, Libano, Israele e Giordania, mantenendo una comunità religiosa chiusa e guidata da pochi saggi. Hikmat al-Hijri, leader spirituale dei Drusi in Siria, ha recentemente esortato la comunità internazionale a garantire giustizia per le vittime della recente tragedia.
La comunità drusa è nota per la sua lealtà verso il governo locale, ma la recente violenza ha sollevato interrogativi sulla loro posizione e sicurezza. La richiesta di giustizia per i bambini uccisi è un richiamo alla pace e alla comprensione tra le diverse comunità, sottolineando l’importanza di un futuro in cui ebrei e arabi possano vivere in armonia, lontani dalla violenza e dalla sofferenza. La vita di ogni bambino, indipendentemente dalla loro etnia o religione, merita di essere celebrata e protetta.