La storia di Luigi Sbarra, attuale segretario generale della CISL, è un viaggio lungo e appassionato nel mondo del sindacalismo italiano. Nato a Pazzano, in Calabria, il 20 febbraio 1960, ha dedicato la sua vita alla difesa dei diritti dei lavoratori, affrontando sfide e controversie con determinazione e impegno.
La sua carriera sindacale inizia a Locri, dove muove i primi passi nel sindacato, per poi scalare rapidamente i ranghi della CISL. Dal 2000 al 2009 guida la CISL Calabria, un periodo cruciale in cui si impegna a mobilitare il sindacato per sostenere strumenti di programmazione per il lavoro e la difesa dell’occupazione nella regione.
Propone “Lo Statuto della persona” come “grande sfida”, sindacale e istituzionale, per rendere partecipi i lavoratori alla costruzione di un’economia e società più giuste.
Punti chiave da considerare:
- Partecipazione dei lavoratori: Lo Statuto mira a superare il tradizionale modello di relazioni industriali, promuovendo una maggiore partecipazione dei lavoratori nelle decisioni che li riguardano direttamente. Questo può tradursi in una maggiore soddisfazione sul lavoro, un aumento della produttività e un senso di appartenenza all’azienda.
- Giustizia sociale: L’obiettivo di un’economia e società più giuste è al centro dello Statuto. Ciò significa affrontare questioni come la disparità salariale, la precarietà del lavoro e la mancanza di opportunità di crescita professionale.
- Sfida sindacale: Per i sindacati, lo Statuto rappresenta una sfida nel ridefinire il proprio ruolo e adottare un approccio più collaborativo con le aziende. Ciò richiede un cambiamento di mentalità e una volontà di sperimentare nuove forme di dialogo sociale.
- Sfida istituzionale: A livello istituzionale, lo Statuto solleva interrogativi sulla necessità di aggiornare le leggi e i regolamenti del lavoro per riflettere le nuove esigenze del mercato e garantire una maggiore tutela dei diritti dei lavoratori.
La sua leadership viene messa alla prova nel 2020, quando il programma televisivo Report solleva interrogativi sulla sua assunzione all’ANAS mentre era segretario regionale della CISL in Calabria. Sbarra respinge con fermezza le accuse, ribadendo di aver sempre agito nel rispetto delle leggi e dei contratti.
Nonostante le difficoltà, continua a guidare la CISL con autorevolezza e trasparenza, promuovendo la partecipazione dei lavoratori e affrontando le sfide del mondo del lavoro con determinazione.
Nel marzo 2021 viene eletto segretario generale della CISL a livello nazionale, succedendo ad Anna Maria Furlan. Un incarico di grande responsabilità in un momento delicato per il Paese.
La sua è una storia di dedizione e impegno e un esempio di tutela dei diritti dei lavoratori. La sua carriera, costellata di successi e sfide, è un modello per tutti coloro che credono nell’importanza del sindacato come strumento di difesa e promozione dei diritti dei lavoratori.
Non conoscevo Alessandro Barbano, se non di fama, prima che assumesse la direzione de “Il Messaggero”. In poche settimane ho avuto il privilegio di scoprire un uomo straordinario: un galantuomo, colto, educato, un giornalista di razza. La sua passione per il mestiere, la sua dedizione alla verità e la sua profonda conoscenza del mondo dell’informazione mi hanno colpito fin da subito. Bastano 33 giorni per capire quanto mancherà la sua guida.
Il modo in cui è stato allontanato, un professionista del suo calibro, ci lascia senza parole. Un fulmine a ciel sereno che solleva inquietanti interrogativi sull’attenzione di alcuni editori al pluralismo e alla correttezza dell’informazione. In un panorama mediatico sempre più fragile, la libertà di stampa e il diritto dei cittadini ad essere informati in modo completo e imparziale sono valori da difendere con le unghie e con i denti.
Questo licenziamento, avvenuto in modo così repentino e senza alcuna spiegazione ufficiale, è una ferita aperta per il giornalismo italiano. Ancora più sconcertante è il silenzio assordante dei sindacati e della classe politica. In un momento in cui la libertà di stampa è sotto attacco, è fondamentale che le istituzioni e le organizzazioni preposte alla sua tutela alzino la voce.
Non si tratta solo di un avvicendamento interno a un giornale, è un campanello d’allarme che rischia di minare la credibilità dell’intero sistema dell’informazione. Se i giornalisti non sono liberi di lavorare in modo indipendente e senza condizionamenti, come possiamo essere sicuri di ricevere notizie accurate e complete?
Questa storia deve scuotere le coscienze di tutti coloro che hanno a cuore la libertà di stampa e il pluralismo dell’informazione. È necessario un dibattito serio e approfondito sulle sfide che il giornalismo italiano si trova ad affrontare. Solo così potremo garantire che la voce dei giornalisti continui ad essere ascoltata e che i cittadini possano continuare ad essere informati in modo libero e indipendente.
Cesare San Mauro
Roma, 28 maggio 2024, un giorno di festa per l’arte italiana. Dopo anni di oblio, 600 opere d’arte trafugate tornano finalmente a casa, grazie a un’operazione straordinaria che ha visto collaborare le forze dell’ordine italiane e statunitensi. Reperti archeologici che raccontano la nostra storia, dipinti che ci emozionano, sculture che ci lasciano senza fiato: un patrimonio inestimabile, dal valore di oltre 60 milioni di euro, strappato dalle mani avide del mercato nero.
“È come se un pezzo della nostra anima fosse tornato a casa,” commenta emozionata la storica dell’arte Isabella Rossi, “Queste opere sono testimoni silenziosi del nostro passato, della nostra cultura, della nostra identità. Riportarle in Italia significa restituire al nostro paese un frammento della sua memoria.”
L’operazione, denominata “Tesoro Ritrovato”, è il frutto di un lungo e meticoloso lavoro investigativo, coordinato dalla Procura della Repubblica di Roma e condotto dal Comando Tutela Patrimonio Culturale (TPC) dei Carabinieri, in collaborazione con l’FBI e il Dipartimento di Giustizia americano.
Tra i pezzi più significativi figurano un raro sarcofago etrusco del IV secolo a.C., un affresco romano che ci riporta indietro nel tempo, mostrando scene di vita quotidiana, una preziosa collezione di monete antiche che tintinnano ancora delle storie che hanno vissuto, e diverse tele di maestri italiani del Rinascimento e del Barocco, che ci parlano di bellezza e genio.
Con gli occhi lucidi e la voce rotta dall’emozione, il Generale di Brigata Roberto Riccardi, Comandante del TPC, ha dichiarato: “Oggi, l’Italia celebra un trionfo. Non è solo un successo delle forze dell’ordine ma un successo per tutti coloro che amano l’arte e la cultura. Abbiamo dimostrato che, quando si lavora insieme con passione e determinazione, si possono raggiungere risultati straordinari.”
Il “Tesoro Ritrovato” è un dono prezioso per tutti noi, un’eredità da custodire e tramandare con orgoglio. Un’eredità che ci ricorda quanto sia importante proteggere e valorizzare il nostro patrimonio culturale, perché è parte integrante della nostra identità come italiani e della nostra storia intercontinentale.
“Questo è un giorno che non dimenticheremo mai,” ha detto un anziano visitatore del Museo Nazionale Romano, “Queste opere d’arte sono un tesoro per l’umanità intera. Sono felice che siano tornate a casa, dove potranno essere ammirate e apprezzate da tutti noi.”
Oggi l’Italia celebra un trionfo della giustizia e della passione per l’arte. L’operazione “Tesoro Ritrovato” porta a casa un dono prezioso da tramandare con orgoglio.