I cieli europei aprono ai satelliti di Starlink: Elon Musk conquista l’Italia

L’Italia guarda con crescente interesse a Starlink, il sistema di satelliti di SpaceX che promette di rivoluzionare l’accesso a internet nelle zone più remote, non escluderebbe il Paese dalla partecipazione al progetto europeo Iris2.

Un’apertura significativa è arrivata dall’Unione Europea la settima scorsa, che ha chiarito come ogni paese sovrano potrà decidere per se per il settore delle comunicazioni. Questa flessibilità è stata confermata da un portavoce della Commissione, sottolineando che, pur esistendo un regolamento europeo per Iris², gli Stati membri mantengono una discrezionalità significativa nelle loro scelte strategiche. L’entusiasmo per questa prospettiva è stato espresso dallo stesso Musk, che in risposta a un tweet di Matteo Salvini si è detto certo del successo di una simile partnership e ha anticipato un possibile interesse da parte di altri Paesi europei.

Il progetto Iris² europeo punta a lanciare 290 satelliti entro il 2030, con la collaborazione di importanti aziende come Eutelsat, Ses, Hispasat, Deutsche Telekom, Telespazio e Airbus. La decisione dell’Italia di valutare una collaborazione con Starlink si inserisce in un contesto competitivo dove la costellazione di SpaceX ha già acquisito un considerevole vantaggio, con oltre 6.400 satelliti già attivi. Questa disparità potrebbe influenzare le scelte degli Stati membri, che saranno chiamati a bilanciare le esigenze di sovranità digitale con le necessità immediate dei propri cittadini.

La differenza tra le dimensioni delle due costellazioni, con Starlink che vanta migliaia di satelliti già in orbita e Iris² che ne prevede solo poche centinaia entro il 2030, si traduce in una evidente disparità in termini di costi e tempi di realizzazione. L’infrastruttura già esistente di SpaceX, supportata dai potenti razzi Falcon9, consente all’azienda statunitense di offrire un servizio più economico e veloce. Al contrario, il progetto europeo, sebbene ambizioso, si trova ancora in una fase embrionale e potrebbe richiedere ulteriori investimenti e tempo per raggiungere la piena operatività.

L’Italia, con la sua partecipazione al consorzio Ariane6, ha già investito ingenti somme in un progetto che, nonostante i ritardi, potrebbe non garantire all’Europa una piena autonomia nel settore spaziale. Come ha sottolineato Andrea Stroppa, referente italiano di SpaceX, l’Italia ha una quota minoritaria nel consorzio e ha poca influenza sulle decisioni. Di fronte a questa situazione, una collaborazione con SpaceX potrebbe offrire all’Italia una maggiore flessibilità e una riduzione della dipendenza da attori esterni.

Ma affidarsi esclusivamente a un fornitore straniero come SpaceX per un servizio strategico come l’accesso a internet espone l’Italia a rischi di dipendenza tecnologica e potrebbe compromettere gli investimenti del PNRR destinati alla digitalizzazione del Paese. Sebbene le tecnologie satellitari offrano soluzioni innovative, la scelta di un’unica infrastruttura potrebbe limitare lo sviluppo di alternative più integrate nel tessuto produttivo nazionale, come la diffusione della fibra ottica. Questa scelta, infatti, potrebbe rallentare la realizzazione degli obiettivi del PNRR e rendere l’Italia più vulnerabile a eventuali interruzioni del servizio o a variazioni delle politiche commerciali del fornitore straniero.

“ll prodotto costa poco perché c’è un’autostrada vuota da riempire”, afferma un ex top manager italiano del settore tlc, che continua “tutte le tecnologie sono neutre: il satellite su una barca o sulla cima di una montagna è una cosa fantastica, il satellite a Milano non serve”.

Ragionamento non troppo diverso da quello dell’avvocato Cesare San Mauro, secondo cui l’Europa, e in particolare l’Italia “è piuttosto indietro nel campo e oggi la metodologia più efficace e più efficiente per le comunicazioni sarebbe quella di Starlink. Che non avvenga una trattativa privata. Musk ha le tecnologie e le metodologie per offrire un prezzo più basso”. Il problema, conclude, è che l’Europa “non ha avuto una visione tecnologica che l’abbia messa nelle condizioni oggi di essere pronta con un’alternativa nel momento in cui Starlink ha creato un monopolio naturale”.

Le decisioni che verranno prese in merito alla collaborazione con SpaceX avranno un impatto significativo sul futuro delle telecomunicazioni in Italia e in Europa. Sarà fondamentale valutare attentamente i pro e i contro di ciascuna opzione, tenendo conto non solo degli aspetti economici e tecnologici, ma anche delle implicazioni geopolitiche e sociali. La scelta di affidarsi a un unico fornitore potrebbe offrire vantaggi a breve termine, ma potrebbe comportare rischi a lungo termine. È necessario, quindi, che i decisori politici adottino una visione strategica di lungo periodo e che investano in modo sostenibile nello sviluppo delle infrastrutture digitali del Paese.

La regolazione economica: un quadro giuridico complesso

Il concetto di regolazione economica, sebbene possa apparire complesso e tecnico, permea ogni aspetto della nostra vita quotidiana. Dalle transazioni bancarie all’acquisto di un farmaco, dalle comunicazioni telefoniche al consumo di energia elettrica, le nostre scelte economiche sono influenzate da un intricato sistema di norme e controlli.

La Regolazione: Un Necessario Equilibrio

L’attività economica, svolta principalmente da imprese, genera mercati nei quali beni e servizi vengono scambiati. Tuttavia, questa dinamica libera può sfociare in eccessi, danneggiando sia i consumatori che l’ambiente. Per garantire un equilibrio tra libertà economica e tutela di interessi collettivi, gli Stati intervengono attraverso la regolazione.

Cosa si Intende per Regolazione?

La regolazione economica è un insieme di strumenti giuridici e istituzionali che hanno lo scopo di orientare e disciplinare il comportamento degli operatori economici, tutelando al contempo i diritti dei consumatori e gli interessi della collettività. Essa si manifesta in diverse forme:

  • Regolamentazioni: Norme di varia natura (leggi, regolamenti, direttive) che definiscono i comportamenti consentiti e vietati nell’ambito dell’attività economica.
  • Controlli: Attività di verifica finalizzate ad accertare la conformità delle imprese alle norme vigenti.
  • Vigilanza: Un controllo continuo e sistematico sull’operato degli operatori economici, spesso affidato ad autorità indipendenti.
  • Programmazioni e pianificazioni: Strumenti che definiscono gli obiettivi strategici di un settore economico e le azioni necessarie per raggiungerli.

Perché Regolare l’Economia?

Le ragioni alla base della regolazione economica sono molteplici:

  • Tutela dei consumatori: Garantire la sicurezza e la qualità dei prodotti e servizi, tutelare i consumatori da pratiche commerciali scorrette.
  • Protezione della concorrenza: Prevenire comportamenti anticoncorrenziali che limitano la scelta dei consumatori e aumentano i prezzi.
  • Salvaguardia dell’ambiente: Ridurre l’impatto ambientale delle attività produttive e promuovere lo sviluppo sostenibile.
  • Garanzia di servizi essenziali: Assicurare l’erogazione di servizi pubblici essenziali (acqua, energia, trasporti) a condizioni eque e accessibili.

I Settori della Regolazione

La regolazione economica interessa numerosi settori, tra cui:

  • Settori organizzati come sistemi: Mercati finanziari, assicurativi, energetici, delle telecomunicazioni, caratterizzati da interconnessioni complesse e da un impatto sistemico sull’economia.
  • Infrastrutture e attività telematiche: Rete stradale, ferroviaria, portuale, reti di comunicazione, settori che richiedono ingenti investimenti e che sono spesso considerati di interesse generale.
  • Altri settori: Agricoltura, industria, commercio, servizi, ognuno con le proprie specificità normative.

Le Autorità Indipendenti: I “Guardiani” della Regolazione

Per garantire l’imparzialità e l’efficacia della regolazione, sono state istituite le autorità indipendenti. Si tratta di organi amministrativi dotati di una significativa autonomia decisionale, che svolgono funzioni di regolamentazione, vigilanza e sanzionamento nei settori a loro affidati.

Principi Generali della Regolazione Economica

La regolazione economica si fonda su alcuni principi fondamentali:

  • Legalità: Ogni intervento regolatorio deve trovare fondamento nella legge.
  • Proporzionalità: Le misure regolatorie devono essere adeguate agli obiettivi perseguiti e non eccedere rispetto a quanto necessario.
  • Trasparenza: I processi decisionali e le informazioni relative alla regolazione devono essere accessibili al pubblico.
  • Partecipazione: Le parti interessate devono avere la possibilità di partecipare ai processi decisionali.
  • Efficienza: La regolazione deve contribuire a migliorare l’efficienza economica e a ridurre i costi per gli operatori e i consumatori.

Conclusioni

La regolazione economica è un fenomeno complesso e dinamico, che riflette l’evoluzione dell’economia e della società. Essa rappresenta un equilibrio delicato tra la necessità di garantire la libertà economica e quella di tutelare interessi collettivi. La comprensione dei meccanismi della regolazione è fondamentale per tutti coloro che sono interessati a comprendere il funzionamento dell’economia e a partecipare al dibattito pubblico sulle politiche economiche.

[Avvertenza: Questo articolo fornisce una panoramica generale della regolazione economica. Per un approfondimento più dettagliato si consiglia di consultare la letteratura specializzata.]

#regolazioneeconomica #diritto #economia #politichepubbliche

Se vuoi approfondire questo ed altri argomenti Acquista questo libro su Amazon: Manuale di diritto delle reti nei mercati regolati.

Emendamento Musk e lista dei Paesi sicuri: le novità del decreto immigrazione

Il Parlamento ha dato il via libera definitivo al nuovo decreto sull’immigrazione, dalla lista dei Paesi sicuri all’emendamento “Musk”. Ma quali sono le principali novità contenute nel testo e quali le implicazioni per l’Italia?

Approvato in via definitiva dal Senato il 4 dicembre scorso, il provvedimento introduce importanti novità nella gestione dell’immigrazione in Italia. Conosciuto come “decreto Flussi”, questo testo legislativo, che viene rinnovato annualmente, definisce il numero massimo di stranieri ammessi nel nostro Paese per motivi di lavoro e le modalità per ottenere un permesso di soggiorno.

Al centro del nuovo decreto troviamo la controversa lista dei 19 Paesi considerati “sicuri” dall’Italia, introdotta a ottobre scorso. Questa lista, che include nazioni come Egitto e Bangladesh, ha lo scopo di facilitare il trasferimento dei migranti in centri di accoglienza situati in Albania. Questa scelta è stata già oggetto di contenziosi legali, con alcuni giudici che hanno sollevato dubbi sulla legittimità di questa classificazione e hanno chiesto chiarimenti alla Corte di giustizia dell’UE.

Una delle novità più controverse introdotte dal decreto è l’emendamento Musk, che prende questo nome perché è stato presentato in seguito alle critiche dell’imprenditore Elon Musk ai giudici italiani che si erano opposti al trasferimento di alcuni migranti in Albania. Questa modifica affida alle Corti d’Appello la competenza sulle decisioni riguardanti il trattenimento dei richiedenti asilo, sottraendola ai tribunali specializzati in immigrazione. Il governo spera così di ottenere decisioni più favorevoli ai rimpatri, ma i partiti di opposizione temono che questa riforma possa portare a un rallentamento delle procedure e a decisioni meno accurate, data la minore specializzazione dei giudici delle Corti d’Appello in materia di immigrazione.

Un altro punto riguarda la segretezza degli appalti per la fornitura di equipaggiamenti ai Paesi terzi per il controllo delle frontiere. Questa misura, che consente all’Italia di fornire aiuti militari a Paesi come la Libia o la Tunisia senza dover rendere pubblici i dettagli delle operazioni, solleva serie preoccupazioni in merito alla trasparenza dell’azione governativa. Le organizzazioni per i diritti umani hanno infatti denunciato le gravi violazioni commesse nei confronti dei migranti in questi Paesi, e la segretezza degli accordi potrebbe impedire di verificare se l’Italia stia contribuendo a sostenere pratiche illegali.

Il decreto rafforza anche il ruolo del contratto di soggiorno come strumento di tutela dei diritti dei lavoratori stranieri. Viene infatti introdotto l’obbligo per datori di lavoro e lavoratori di sottoscrivere questo contratto entro otto giorni dall’ingresso in Italia. Questa misura mira a garantire una maggiore regolarità dei rapporti di lavoro e a prevenire situazioni di sfruttamento. In caso di violazione di questo obbligo, i datori di lavoro saranno soggetti a sanzioni significative.

Infine, con l’obiettivo di proteggere le vittime di sfruttamento lavorativo, il decreto prevede il rilascio di un permesso di soggiorno speciale. Questo permesso, della durata di sei mesi, rinnovabile per un anno, consente ai lavoratori stranieri che hanno subito sfruttamento di accedere a servizi di assistenza e di avviare percorsi di integrazione. Una importante novità per contrastare il fenomeno del caporalato.

Conclusioni

Il nuovo decreto sull’immigrazione introduce una serie di novità che destano un ampio dibattito. Da un lato, si cerca di rafforzare il controllo dei flussi migratori e di combattere lo sfruttamento lavorativo. Dall’altro, le misure introdotte sollevano preoccupazioni in merito al rispetto dei diritti umani, alla trasparenza delle azioni governative e all’efficacia delle procedure.

L’america di Donald Trump: imposti nuovi dazi per fermare droga e immigrazione

Donald Trump, presidente eletto degli Stati Uniti, ha annunciato un’imminente guerra commerciale contro Messico, Canada e Cina, introducendo tariffe del 25% su tutti i prodotti importati dai primi due paesi e un ulteriore 10% su quelli provenienti dalla paese asiatico. Questa mossa, che Trump intende attuare come uno dei suoi primi ordini esecutivi, è motivata dalla necessità di combattere il traffico di droga, in particolare il fentanyl, e l’immigrazione clandestina. Il tycoon ha affermato che le tariffe rimarranno in vigore fino a quando i paesi coinvolti non adotteranno misure efficaci per fermare l’afflusso di sostanze stupefacenti e migranti illegali negli Stati Uniti.

Il post di Donald Trump e la risposta di Liu Pengyu

Trump ha riversato le sue accuse su Truth Social, scrivendo: “Migliaia di persone si stanno riversando da Messico e Canada, portando criminalità e droga a livelli mai visti prima. Il 20 gennaio, tra i miei primi ordini esecutivi, firmerò tutti i documenti necessari per imporre un dazio del 25% su tutti i prodotti che entrano negli Stati Uniti da questi Paesi. Questa tariffa rimarrà in vigore finché le droghe, in particolare il fentanyl, e tutti i migranti illegali non fermeranno questa invasione del nostro Paese!”“La Cina mi aveva assicurato che avrebbe imposto la pena capitale agli spacciatori, ma non ha mai agito. Le droghe continuano a riversarsi nel nostro Paese attraverso il Messico a livelli mai visti prima.”

La risposta dell’ambasciatore cinese, Liu Pengyu, che ha dichiarato: “La Cina ritiene che le relazioni economiche e la cooperazione commerciale con gli Stati Uniti abbiano una natura vantaggiosa per entrambi. Nessuno vincerà una guerra commerciale.”

Anche la vicepremier Chrystia Freeland, del Canada, ha sostenuto l’importanza degli equilibri nei rapporti bilaterali tra Stati Uniti e Cina, definendoli “essenziali per le forniture energetiche americane”, e assicurando che Ottawa continuerà a conversare con la nuova amministrazione.

Le implicazioni a livello globale

La minaccia di Trump di imporre dazi su larga scala evidenzia la sua intenzione di utilizzare il dollaro come mezzo per influenzare la politica e affrontare le emergenze sociali. Tuttavia, l’imposizione di dazi svantaggiosi potrebbe provocare reazioni incontrollate da parte dei paesi targhettati, innescando una guerra economica con ripercussioni impreviste anche in altre regioni. Inoltre, queste misure potrebbero violare accordi pre-esistenti, come l’USMCA, erodendo la fiducia tra i partner nordamericani. L’innalzamento dei dazi in Cina, infine, rischia di riaccendere le tensioni tra quelle che sono, a tutti gli effetti, i poli opposti di un sistema di approvvigionamento mondiale.

Conclusioni

Mentre Trump mira ad accrescere il consenso tra i suoi elettori, altri avvertono dei potenziali rischi. Infatti, la diplomazia potrebbe fallire a causa delle misure annunciate, dimostrando, nuovamente, come Trump continui su una linea dura e aggressiva, ponendo l’interesse nazionale al centro del dibattito politico, anche a costo di danneggiare relazioni internazionali.

Resta da vedere se, una volta insediato, il presidente eletto manterrà queste promesse o se opterà per un percorso più morbido. Con un contesto globale sempre più volatile e pericoloso, le conseguenze delle sue politiche potrebbero rivelarsi ben più gravi rispetto al passato.

La comunità internazionale attende con ansia di scoprire se Trump sarà in grado di gestire le sfide emergenti senza innescare conflitti che potrebbero avere ripercussioni durature sull’economia mondiale e sulla stabilità geopolitica.

Il post di Elon Musk su Twitter contro l’Italia: “Questi giudici se ne devono andare”

Un nuovo capitolo si apre nel dibattito sui migranti, questa volta con protagonista Elon Musk. Le polemiche sono divampate dopo che l’imprenditore ha espresso il suo dissenso su una decisione della magistratura italiana. Ma le sue affermazioni, pur suscitando clamore, nascondono una profonda incomprensione delle norme che regolano la materia.

I fatti

La polemica è esplosa il 12 novembre quando Elon Musk, con un tweet lapidario, ha sentenziato: “Questi giudici se ne devono andare”. L’imprenditore americano faceva riferimento alla decisione del Tribunale di Roma di bloccare il rimpatrio in Albania di alcuni migranti.

La reazione del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella non si è fatta attendere. In un comunicato ufficiale, il Capo dello Stato ha ribadito che “l’Italia sa badare a sé stessa nel rispetto della sua Costituzione” e ha invitato chiunque, soprattutto chi riveste ruoli di responsabilità internazionale, a “rispettare la sovranità” del nostro Paese.

Sebbene non lo citi esplicitamente, il riferimento a Musk è chiaro, soprattutto alla luce della sua recente nomina a capo di un nuovo dipartimento del governo americano.

Nonostante le dichiarazioni del collaboratore italiano di Musk, che ha sottolineato il rispetto per Mattarella e la Costituzione, la polemica resta aperta. Le affermazioni dell’imprenditore, che ha parlato di “decisioni dittatoriali” da parte dei giudici italiani, sono infondate e mostrano una profonda incomprensione del nostro sistema giuridico.

Diritto italiano ed europeo

Per comprendere appieno la controversia sui migranti rimpatriati in Albania, è necessario fare un passo indietro e analizzare alcuni principi fondamentali del diritto europeo.

Innanzitutto, il diritto dell’Unione Europea gode di una supremazia indiscussa rispetto a quello nazionale. Questo significa che, in caso di conflitto tra una norma europea e una norma italiana, prevale sempre la prima. È come se esistesse una sorta di “Costituzione europea” che tutti gli Stati membri sono tenuti a rispettare.

Inoltre, le norme europee sono direttamente applicabili nei tribunali nazionali. Un giudice italiano, ad esempio, può e deve applicare direttamente una direttiva europea, senza dover attendere una legge nazionale che la recepisca.

Infine, le sentenze della Corte di giustizia dell’Unione Europea, l’organo giudiziario supremo dell’UE, fanno legge in tutti gli Stati membri. Le loro decisioni sono vincolanti e devono essere rispettate da tutti, istituzioni e cittadini compresi.

La vicenda

Al centro della controversia ci sono le decisioni del Tribunale di Roma, Sezione Immigrazione, che Il 18 ottobre e l’11 novembre, ha negato l’asilo di alcuni migranti provenienti da Egitto e Bangladesh, che sarebbero dovuti essere portati dalle autorità in centri in Albania.

In sintesi, un accordo firmato dal governo italiano e dal governo albanese e ratificato dai parlamenti di entrambe le nazioni prevede che alcuni dei migranti soccorsi dalle navi militari italiane nel Mar Mediterraneo possano essere trasferiti a centri costruiti in Albania. In particolare, gli uomini provenienti da nazioni considerate “sicuri” dall’Italia possono essere inviati in Albania. Queste persone richiedono asilo attraverso la “procedura accelerata di frontiera”, che è più veloce rispetto alla procedura normale e ha percentuali di accettazione più basse.

I giudici romani hanno sottolineato che la classificazione dei paesi “sicuri” è la questione che ha reso più difficile l’esecuzione del piano del governo nelle aule dei tribunali. La Corte di giustizia dell’UE ha infatti stabilito lo scorso 4 ottobre che, in base alle norme europee, un Paese può essere classificato come sicuro da uno Stato membro solo se questa sicurezza è garantita in modo uniforme e diffuso in tutto il suo territorio.

In conformità con la decisione della Corte di giustizia dell’Unione europea del 4 ottobre, i giudici del Tribunale di Roma hanno stabilito il 18 ottobre che i primi migranti portati in Albania non provenivano da paesi che potevano essere considerati “sicuri”. Il 24 ottobre è entrato in vigore un nuovo decreto-legge del governo Meloni, che ha definito per legge i 19 paesi che l’Italia considera “sicuri”. La lista precedente, pubblicata in un decreto del Ministero degli Esteri, includeva 22 paesi. Ci sono anche Bangladesh ed Egitto tra questi paesi, da dove sono arrivati i migranti che il Tribunale di Roma ha poi dovuto confinare in Albania.

È importante sottolineare che le decisioni dei giudici non bloccano definitivamente i rimpatri, ma impongono una valutazione più attenta caso per caso e richiedono il rispetto dei principi fondamentali del diritto europeo. In altre parole, l’Italia può continuare a rimpatriare i migranti le cui richieste d’asilo vengono respinte, ma deve farlo nel rispetto dei diritti umani e delle norme internazionali.

Conclusione

Le critiche di Elon Musk nei confronti della magistratura italiana arrivano in un momento delicato, mentre si attende una pronuncia definitiva della Corte di Giustizia dell’UE. Contrariamente alle accuse di “dittatura dei giudici”, il Tribunale di Roma ha dimostrato grande prudenza, applicando le norme vigenti nel rispetto del diritto italiano ed europeo. Anzi, i giudici hanno preferito chiedere chiarimenti alla Corte di Giustizia piuttosto che prendere decisioni avventate.

Questa scelta sottolinea l’importanza del dialogo tra le diverse istituzioni e il rispetto dei principi fondamentali del diritto comunitario. L’affermazione secondo cui i governi eletti possono fare tutto ciò che vogliono è pericolosa e antidemocratica. I limiti posti dalla Costituzione e dal diritto europeo servono proprio a proteggere i diritti di tutti, anche delle minoranze, e a prevenire derive autoritarie.

Manuale di diritto delle reti nei mercati regolati

Questa nuova opera, curata da Cesare San Mauro e scritta da un team di esperti del settore, rappresenta un punto di riferimento fondamentale per chiunque sia interessato ai servizi a rete.

Il libro offre una panoramica completa e approfondita dell’evoluzione storica e dell’attuale stato dei servizi a rete, analizzando settori chiave come le comunicazioni, l’energia, l’acqua, i rifiuti e i trasporti. Nonostante la diversità dei settori, tutti condividono un elemento comune: la necessità di una infrastruttura per fornire servizi essenziali ai cittadini.

Perché leggere questo libro?

Questo volume si rivela indispensabile per chiunque desideri comprendere le dinamiche complesse dei servizi a rete. Offre una guida chiara e accessibile, demistificando un tema spesso percepito come complesso. L’approccio multidisciplinare adottato dagli autori permette di cogliere una visione d’insieme dei servizi a rete, analizzando sia gli aspetti tecnici che quelli economici e legali. Inoltre, l’opera non si limita a descrivere il presente, ma offre anche una prospettiva sulle future evoluzioni dei servizi a rete, tenendo conto delle nuove tecnologie e delle sfide globali.

A chi si rivolge?

L’opera è pensata per un pubblico ampio e variegato. Gli studenti universitari troveranno in questo libro un prezioso strumento per approfondire le proprie conoscenze nei settori dell’economia, del diritto e dell’ingegneria. I professionisti del settore, come avvocati, ingegneri ed economisti, potranno fare affidamento su questo volume per il loro lavoro quotidiano. Inoltre, il libro è rivolto anche ai policy maker, ovvero a coloro che sono coinvolti nella definizione delle politiche pubbliche relative ai servizi a rete.

In sintesi, questo libro è un’opera indispensabile per chiunque voglia comprendere le dinamiche dei servizi a rete, dalle loro origini fino alle sfide del futuro. Non è solo un manuale tecnico, ma anche una riflessione sul futuro della nostra società. In un mondo caratterizzato da una crescente urbanizzazione e da un’esigenza sempre maggiore di sostenibilità, comprendere le dinamiche dei servizi a rete è fondamentale per affrontare le sfide del XXI secolo. Gli autori ci invitano a riflettere sul nostro ruolo di cittadini e a partecipare attivamente alla costruzione di un futuro più equo e sostenibile.

Dettagli:

  • Autori: Giuseppe Galasso, Paolo Serra, Antongiulio Lombardi
  • Curatore: Cesare San Mauro
  • Editore: Giappichelli
  • Anno edizione: 2024
  • Disponibile dal: 2 ottobre 2024

Link per l’acquisto del libro: Manuale di diritto delle reti nei mercati regolati